Purtroppo nel testo è passato anche un emendamento di Forza Italia riformulato dal MEF, come tutti gli emendamenti votati oggi con parere favorevole, che naturalmente non si condivide, che elimina il tetto dei 240 mila euro agli stipendi di una parte della dirigenza apicale della pubblica amministrazione. Pertanto il PD presenterà alla Camera un ordine del giorno al dl aiuti bis, impegnando il governo a modificare la norma e ripristinare il tetto nel primo provvedimento utile e cioè nel dl aiuti ter.
Che dire, eppure i dipendenti pubblici stanno ancora aspettando gli arretrati, non pagati, per il rinnovo dei contratti.
I rinnovi, riguardanti il triennio 2019–2021, portano con sé, oltre agli incrementi salariali, anche una serie di arretrati, riconosciuti in busta paga in momenti diversi nel corso dell’anno corrente.
Su leggioggi.it è scritto che, come stimato da A.Ra.N (sulla pagina “aranagenzia.it”) il contratto riconosce a decorrere dal 1° gennaio 2021, a ciascun dipendente, un incremento stipendiale “pari a circa 105 euro medi per 13 mensilità, includendo le ulteriori risorse che sono state da ultimo stanziate nella Legge di bilancio per il 2022”. Queste ultime sono indirizzate al finanziamento del nuovo ordinamento professionale ed al superamento dei limiti di incremento dei Fondi risorse decentrate, consentendo così un ulteriore beneficio complessivo a regime di circa 20 euro medi al mese a persona.
Si tratterebbe di una norma che dà il via libera a “un trattamento economico accessorio”, per una serie di figure apicali della Pubblica amministrazione:
- il capo della Polizia – direttore generale della Pubblica sicurezza;
- il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri;
- il comandante generale della Guardia di finanza;
- il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap);
- il capo di stato maggiore della Difesa;
- i capi di stato maggiore di Forza armata;
- il comandante del comando operativo di Vertice interforze;
- il comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto;
- i capi dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri;
- il segretario generale della residenza del Consiglio dei ministri e i segretari generali dei ministeri.