Prende la parola il Ministro per la Pubblica Amministrazione prof. Brunetta e afferma che occorre fare un pò di chiarezza sul lavoro agile.
Il lavoro smart è stato la risposta emergenziale a lock down.
Si doveva tenere a casa i dipendenti pubblici, e lo si è fatto in questa modalità, si poteva mettere in cassa integrazione come è stato fatto nel privato ma si è preferito il lavoro cosiddetto smart.
Un’idea intelligente ma mi dispiace di contraddirla anche ricordando il mio antico mestiere professore ordinario di economia del lavoro posso dire che il lavoro agile non ha garantito i servizi pubblici essenziali come quelli che hanno garantito i lavoratori della sanità i medici gli infermieri i lavoratori della sicurezza ai carabinieri poliziotti, in progress i lavoratori della scuola.
I lavoratori smart non hanno affatto garantito questi servizi prima cosa, dice Brunetta, secondo elemento questo tipo di lavoro può essere pensato come modello per il futuro, però attenzione perché questo tipo di lavoro costruito dall’oggi al domani, spostando dalla presenza a remoto a da casa
l’organizzazione del lavoro pubblico, è senza contratto, cioè questi lavoratori non hanno un contratto ed è senza obiettivi, non c’è stata nessuna di organizzazione per obiettivi del loro lavoro, anche la tecnologia e lavoro a domicilio con uso di smartphone e di computerino di casa è senza sicurezza.
Abbiamo visto il caso del Lazio, quindi è un lavoro a domicilio all’italiana: c’è una bellissima definizione su wikipedia edizione inglese che dice che sostanzialmente è un lavoro self service all’italiana da casa allora pensare di proiettare questo tipo di organizzazione nata nell’emergenza nel futuro, questo mi sembra un abbaglio.
Abbiamo la digitalizzazione, abbiamo cambiato il modo di fare i concorsi pubblici digitalizzati, abbiamo in programma l’intervento delle banche dati il passaggio al cloud. Ecco, questo è il futuro, questa è la modernità non un lavoro a domicilio senza futuro senza tecnologia senza contratto e senza organizzazione.
L’esperienza dello #smartworking non sarà cancellata, al contrario: sarà una lezione. Grazie alle riforme messe in campo dal Governo, possiamo risolvere tutti i nodi emersi, definire le regole contrattuali e dotare la Pa dell’infrastruttura digitale adatta e sicura. Non sarà un percorso rapido, né semplice, ma dobbiamo procedere in questa direzione. Con una efficace azione riformatrice, il coinvolgimento delle parti sociali e di tutta la Pubblica Amministrazione possiamo realizzare uno smart working che sia realmente un ulteriore strumento a disposizione per migliorare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni. Lo smart working, però, quello vero: dalla parte dei cittadini e dalla parte delle imprese.