Quota 103, Opzione Donna e APE sociale 

La pensione anticipata è una modalità di pensionamento che consente ai lavoratori di ritirarsi dal lavoro prima di aver raggiunto l’età pensionabile prevista dalla legge, ma a determinate condizioni.

In Italia, le condizioni per accedere alla pensione anticipata variano in base al sistema previdenziale, ma in generale si riferiscono al raggiungimento di un certo numero di anni di contribuzione. Questi anni sono quelli in cui il lavoratore ha versato i contributi al sistema previdenziale.

A differenza della pensione di vecchiaia, che si basa principalmente sull’età anagrafica, la pensione anticipata dipende dal numero di anni di lavoro e contribuzione. Tuttavia, per evitare penalizzazioni nel calcolo dell’importo della pensione, ci sono limiti sull’età minima e sul numero di contributi necessari.

Negli ultimi anni, con il sistema delle quote, la pensione anticipata è stata regolata in base alla somma tra età anagrafica e anni di contributi. Ad esempio, una persona può andare in pensione anticipata se la somma della sua età anagrafica e degli anni di contributi supera una certa soglia.

Quindi, in sintesi, la pensione anticipata consente di andare in pensione prima del tempo previsto, ma con requisiti specifici legati sia all’età che ai contributi versati.

Anche nel 2025, come chiarito dall’Istituto previdenziale, sarà possibile accedere al pensionamento anticipato con Quota 103, maturando i seguenti requisiti:

  • 62 anni d’età;
  • 41 anni di contributi.

Per i soggetti che maturano 41 anni di anzianità contributiva e 62 anni di età nell’anno 2025, il trattamento pensionistico decorre trascorsi i seguenti termini:

  • 7 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti da datori di lavoro diversi dalle Pubbliche Amministrazioni e per i lavoratori autonomi;
  • 9 mesi dalla maturazione dei requisiti, per i lavoratori dipendenti delle pubbliche Amministrazioni.

Nel 2025, inoltre, non cambiano i requisiti per accedere a Opzione Donna. Le lavoratrici devono avere maturato al 31 dicembre 2024:

  • 61 anni d’età (60 anni per le donne con 1 figlio, 59 anni per le donne con 2 o più figli oppure licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto);
  • 35 anni di contributi.

La platea è ristretta alle lavoratrici:

  • dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale (deve risultare attivo almeno al 1° gennaio 2025);
  • che hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti Commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
  • caregiver che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi, con disabilità in situazione di gravità in base alla Legge 104.