Semplificare la PA rappresenta un punto centrale della mia azione di governo. A luglio è stato approvato il decreto che dà corpo alla legge delega per la semplificazione. Una riforma troppo spesso sbandierata e mai realizzata!
Noi siamo intervenuti per ridurre l’eccessiva burocrazia e liberare le imprese da un sistema in cui rischiavano di subire 122 controlli all’anno da parte di 19 enti pubblici diversi.
.Ministro Paolo Zangrillo, perché tanto tempo? Autorevoli opinionisti hanno parlato di «occasione sprecata».
«Quella dei controlli sulle attività economiche è una riforma spesso sbandierata ma che mai nessuno ha realizzato.
Il via libera definitivo al decreto, prima della pausa estiva, è arrivato dopo due passaggi in Consiglio dei ministri e dopo aver ottenuto il parere del Garante per la privacy, l’intesa della Conferenza unificata, il parere del Consiglio di Stato nonché delle Commissioni competenti di Camera e Senato.
Non abbiamo perso tempo. Siamo intervenuti per ridurre l’eccessiva burocrazia e liberare le Pmi da un sistema in cui rischiavano di subire 122 controlli all’anno da parte di 19 enti pubblici diversi. Una perdita di tempo e di risorse: il costo complessivo per le aziende italiane di questa attività è stato stimato in 57 miliardi di euro l’anno».
Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere?
«Parlare di riduzione dei controlli sarebbe riduttivo, stiamo ragionando in termini qualitativi, non quantitativi. L’obiettivo è ottimizzare i controlli rendendoli più efficaci, per tutelare l’interesse pubblico senza intralciare il sistema imprese».
Il provvedimento introduce un meccanismo premiale: le imprese accertate come «virtuose» sono esonerate per dieci mesi da altri controlli.
«Il report certificativo, inserito nel fascicolo informatico d’impresa che le amministrazioni devono consultare prima di avviare i controlli, servirà a ridurre drasticamente i tempi. Secondo il principio dell’once only non si potranno chiedere documenti e informazioni già disponibili alle pubbliche amministrazioni».
Fondamentale sarà il ruolo dei dipendenti della Pa.
«Stiamo lavorando su questo, dalle procedure di reclutamento alla formazione, al sistema premiante. Dobbiamo puntare su sistemi gestionali innovativi in cui le persone che lavorano e producono risultati possono crescere e fare carriera. Il merito è una leva irrinunciabile. Dobbiamo partire dalla misurazione e valutazione della performance, che da mero adempimento burocratico, qual è oggi, deve essere vissuto come uno step fondamentale a cui agganciare percorsi di carriera. I nostri dirigenti non devono essere solo eccellenti tecnici, ma leader che si preoccupano della crescita del capitale umano».