Le dieci azioni per promuovere il risparmio energetico e l’uso intelligente dell’energia nella Pa, il via sulla piattaforma Syllabus alla formazione per i dipendenti pubblici sulla transizione energetica, l’apertura delle iscrizioni ai corsi universitari nell’ambito del progetto “Pa 110 e Lode”.
Poi le novità normative sui fabbisogni professionali, il decollo della “fase 2” del portale inPA con l’estensione delle funzionalità a Regioni ed enti locali, l’implementazione del portale Piao con oltre 1.200 amministrazioni registrate e 800 piani pubblicati, il via anche alla sperimentazione della piattaforma di customer experience realizzata da Istat su indicazione del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Merito, competenze e nuovi profili: le linee di indirizzo per i fabbisogni professionali nella PA
La Pubblica amministrazione ha aggiornato i criteri per le assunzioni del personale attraverso la pubblicazione delle “Linee di indirizzo per l’individuazione dei nuovi fabbisogni professionali da parte delle amministrazioni pubbliche”.
Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e il Ministro dell’Economia e delle finanze, Daniele Franco, hanno firmato il relativo decreto interministeriale 22 luglio 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 14 settembre 2022.
Le nuove regole guardano al merito e alle capacità tecniche e non più alle sole conoscenze teoriche. Il documento, diviso in tre sezioni, rivede le linee guida del 2018 e prevede alcune novità sostanziali: la gestione per competenze, l’adozione di un modello di fabbisogno incentrato sui “profili di ruolo” e l’illustrazione di esperienze di questo tipo già presenti in pubbliche amministrazioni nazionali e internazionali.
Le novità possono essere sintetizzate in tre aree:
• dalla conoscenza alla competenza: le amministrazioni dovranno individuare il proprio fabbisogno professionale considerando non più esclusivamente le conoscenze teoriche dei dipendenti (sapere), ma anche le capacità tecniche (saper fare) e comportamentali (saper essere). La definizione dei nuovi profili professionali permetterà di superare l’attribuzione al personale di compiti rigidamente definiti e standardizzati e l’automatismo nel turnover. Un processo che si tradurrà, dunque, in una progressiva riduzione delle figure amministrative aspecifiche a favore dei profili più idonei a sostenere le transizioni previste dal PNRR, ad esempio esperti del digitale,
e-procurement, transizione verde, project management;
• dal profilo alla “famiglia” professionale: una visione flessibile e adattabile alle diverse amministrazioni può supportare il superamento del concetto di “profilo professionale” che il nuovo contratto collettivo nazionale del comparto Funzioni centrali ha scelto di operare, aggiornandolo alla nozione di “famiglia professionale”, l’ambito in cui i dipendenti hanno competenze o conoscenze comuni;
• largo alle “soft skill”: al dipendente pubblico non si chiederà più semplicemente il possesso di nozioni teoriche, ma anche la capacità di applicarle ai casi concreti (sapere fare) e di mantenere una certa condotta (saper essere). Le “soft skill” saranno valutate attraverso metodologie consolidate nei prossimi concorsi, come previsto dalle nuove norme introdotte con i decreti legge 80/2021 e 36/2022, e avranno maggiore peso nei percorsi formativi e di carriera.