Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione è uno strumento essenziale per promuovere la trasformazione digitale del Paese e, in particolare, quella della Pubblica Amministrazione italiana.
I principi guida del Piano sono:
- digital & mobile first per i servizi, che devono essere accessibili in via esclusiva con sistemi di identità digitale definiti dalla normativa assicurando almeno l’accesso tramite SPID;
- cloud first (cloud come prima opzione): le pubbliche amministrazioni, in fase di definizione di un nuovo progetto e di sviluppo di nuovi servizi, adottano primariamente il paradigma cloud, tenendo conto della necessità di prevenire il rischio di lock-in;
- servizi inclusivi e accessibili che vengano incontro alle diverse esigenze delle persone e dei singoli territori e siano interoperabili by design in modo da poter funzionare in modalità integrata e senza interruzioni in tutto il mercato unico esponendo le opportune API;
- sicurezza e privacy by design: i servizi digitali devono essere progettati ed erogati in modo sicuro e garantire la protezione dei dati personali;
- user-centric, data driven e agile: le amministrazioni sviluppano i servizi digitali, prevedendo modalità agili di miglioramento continuo, partendo dall’esperienza dell’utente e basandosi sulla continua misurazione di prestazioni e utilizzo e rendono disponibili a livello transfrontaliero i servizi pubblici digitali rilevanti secondo il principio transfrontaliero by design;
- once only: le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite;
- dati pubblici un bene comune: il patrimonio informativo della pubblica amministrazione è un bene fondamentale per lo sviluppo del Paese e deve essere valorizzato e reso disponibile ai cittadini e alle imprese, in forma aperta e interoperabile;
- codice aperto: le pubbliche amministrazioni devono prediligere l’utilizzo di software con codice aperto e, nel caso di software sviluppato per loro conto, deve essere reso disponibile il codice sorgente.
L’aggiornamento 2021-2023 del Piano Triennale, in continuità con la precedente edizione, consolida l’attenzione sulla realizzazione delle azioni previste e sul monitoraggio dei risultati raggiunti nel raggiungimento degli obiettivi predefiniti.
La struttura dell’aggiornamento 2021-2023 mantiene la suddivisione in tre parti:
Parte I – Il Piano Triennale: composta da un’introduzione, seguita dalla descrizione della strategia e un approfondimento sui principi guida dell’Agenzia.
Parte II – Le Componenti Tecnologiche: suddivisa in 6 capitoli corrispondenti ai livelli rappresentati nel Modello strategico.
Parte III – La Governance: suddivisa in tre capitoli che descrivono la governance da attuare per la trasformazione digitale del Paese e le azioni in carico alle amministrazioni.
In considerazione del mutato contesto legato all’attuazione del PNRR in materia di trasformazione digitale, a differenza di quanto accaduto per le precedenti edizioni, il documento è stato notificato alla Commissione Europea (CE).
Piano Integrato di attività e organizzazione
Il PIAO è una concreta semplificazione della burocrazia a tutto vantaggio delle amministrazioni e permette all’Italia di compiere un altro passo decisivo verso una dimensione di maggiore efficienza, efficacia, produttività e misurazione della performance: migliorando la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese.
È stato introdotto dall’articolo 6 del decreto-legge n. 80 del 9 giugno 2021, ed è il documento unico di programmazione e governance che dal 30 giugno 2022 assorbe molti dei Piani che finora le amministrazioni pubbliche erano tenute a predisporre annualmente:
– performance,
– fabbisogni del personale
– parità di genere
– lavoro agile
– anticorruzione.
Ad oggi sono 1081 le amministrazioni che hanno pubblicato il Piano integrato di attività e organizzazione sul Portale.
Il piano integrato di attività e organizzazione viene adottato entro il 31 gennaio, secondo lo schema di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto n. 80/2001, ha una durata triennale e viene aggiornato annualmente entro la già menzionata data.
Il Piano è predisposto esclusivamente in formato digitale ed è pubblicato sul sito istituzionale del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri e sul sito istituzionale di ciascuna amministrazione ed è adottato dagli organi di indirizzo politico e per le pubbliche amministrazioni che ne sono sprovviste, dagli organi di vertice in relazione agli specifici ordinamenti.
Negli enti locali, Regioni Città Metropolitane e Comuni il piano è approvato dalla Giunta.
Efficienza amministrativa con l’informatizzazione della PA
La digitalizzazione della PA rappresenta una straordinaria opportunità perché interviene nella semplificazione delle procedure amministrative, introduce nuove modalità di interazione con cittadini e imprese, contribuisce a superare il rischio di duplicazioni di uffici e apparati burocratici.
Le amministrazioni locali, con il trasferimento della generalità delle funzioni amministrative dallo stato e dalle regioni agli enti locali, in attuazione del dettato costituzionale, si avviano a diventare il front-office per la generalità dei servizi al cittadino.
Per svolgere al meglio questi nuovi compiti e costruire una amministrazione locale efficiente e tempestiva nell’erogare i servizi ai cittadini e alle imprese, occorre realizzare la piena digitalizzazione delle procedure amministrative ripensandole, se necessario, per sfruttare al meglio le opportunità della tecnologia in funzione di una migliore resa del servizio erogato.
La pubblica amministrazione centrale, regionale e locale deve acquisire la consapevolezza che ognuna di esse è parte di un unico sistema interconnesso e che tutte agiscono nel rispetto degli stessi principi e regole di carattere generale, previsti dalla Costituzione e normati dalla legislazione ordinaria.
Deve presentarsi unita e coesa davanti ad ogni utente e l’efficienza e l’efficacia del loro agire sono elemento strategico dello sviluppo della società moderna.
Il D.lgs. 82 del 2005, il cosiddetto “Codice dell’amministrazione digitale”, rinvenendo la pubblica amministrazione come un sistema interconnesso recita all’art.2 comma 1 che “lo Stato, le Regioni e le Autonomie Locali “assicurano la disponibilità, la gestione, l’accesso, la trasmissione la conservazione e la fruibilità dell’informazione in modalità digitale e si organizzano ed agiscono a tale fine utilizzando, con le modalità più appropriate, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione”.
Stimolare l’industria informatica in tal senso sarebbe un importante strumento di politica economica e permetterebbe a quest’ultima di acquisire competenze ed abilità da esportare in progetti internazionali o nelle imprese private.
È anche importante che siano adottati standard metodologici nello sviluppo del software e nella gestione dei sistemi informativi, per esempio negli Stati Uniti è stata sviluppata dall’Università della Corniegie e Mellon una metodologia di sviluppo del software adottata a livello internazionale: la metodologia consente di avere un metodo condiviso per documentare il lavoro fatto, valutarlo, eseguirlo.
In Gran Bretagna è nato in ambito pubblico il frame work ITIL, l’adozione diffusa di questa metodologia è apprezzata a livello internazionale da aziende private e organizzazioni pubbliche.
Far sì che la PA adotti questa metodologia consentirebbe notevoli risparmi nel tempo e un notevole miglioramento della qualità dei servizi e della loro efficienza: questo è ciò che è accaduto nelle organizzazioni che l’hanno adottata.
L’adozione di queste metodologie consente di avere architetture software comuni e comunicanti tra loro senza subire pesanti costi successivi.