Le pubbliche amministrazioni devono assicurare in misura adeguata l’accesso dall’esterno e gli enti locali che applicano la mobilità lo fanno con spesa neutra anche rispetto ai vincoli assunzionali.
I vincitori dei concorsi dei concorsi pubblici devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni: tuttavia a seguito di mobilità volontaria, l’avviso può prevedere una permanenza triennale piuttosto che quinquennale.
L’ente che vuole acquisire una nuova unità di personale è tenuto a svolgere preventivamente la doppia procedura di mobilità esterna.
L’utilizzo di vecchie graduatorie
Chiamerei le assunzioni di nuovo personale negli enti locali, attraverso l’utilizzo di vecchie graduatorie, una sorta di assunzione nel pubblico impiego posticipata nel tempo.
Infatti, tali graduatorie rimangono efficaci per gli enti, per l’eventuale copertura dei posti inerenti allo stesso profilo e alla stessa categoria.
L’istituto dello scorrimento delle graduatorie non può essere utilizzato per la copertura di posti di nuova istituzione o trasformati.
Dipendenti pubblici: nuovo concorso o utilizzo delle graduatorie?
La giurisprudenza relativa alla posizione soggettiva del soggetto idoneo utilmente collocato in graduatoria è cambiata radicalmente negli ultimi anni per motivi legati soprattutto alla finanza pubblica.
Prevale l’indirizzo assunto dalla Corte di Cassazione secondo cui a fronte di una graduatoria valida ed efficace, non è possibile trascurare, con l’indizione di una nuova procedura concorsuale, la posizione di soggetti già in precedenza selezionati come idonei, quanto meno in carenza di valide ragioni giustificatrici, in ossequio al principio di economicità dell’azione ammnistrativa.
Quindi in mancanza di una motivazione l’avvio di una nuova selezione è illegittimo: l’ente locale può liberamente procedere ad una nuova selezione solo in assenza di graduatorie valide ed efficaci – se c’è una graduatoria, è possibile indire una nuova selezione solo in circostanze particolari di cui occorre dar conto adeguatamente.
Rapporto tra mobilità volontaria e scorrimento della graduatoria
La giurisprudenza amministrativa tende a concedere alle amministrazioni pubbliche in assenza di disposizioni espresse regolatrici, un’ampia discrezionalità in merito alla scelta della procedura da adottare.
Riflettendoci bene, attraverso la mobilità gli enti pubblici hanno a disposizione una chance in più nell’assumere personale, considerato che il dipendente è già formato, ha già esperienza lavorativa nella pubblica amministrazione.
La mobilità volontaria rappresenta una cessione del contratto e secondo la giurisprudenza l’ente locale che assume in entrata deve limitarsi a stabilire i requisiti di accesso al posto; il candidato in possesso di tali requisiti non può essere dichiarato non idoneo, fermo restando ovviamente la possibilità per l’ente di scegliere la professionalità migliore in presenza di più candidati.