Il pianeta è sempre più a rischio

A tutti gli Stati europei, alla Russia, agli Stati Uniti d’America, a tutto il mondo: la vera guerra è riuscire nella salvaguardia del pianeta che big bang o Dio o non so chi, ci ha donato.

La guerra contro l’inquinamento per la riduzione dell’effetto serra non può basarsi sul sacrificio umano, quello familiare fatto con tanto di regime comportamentale per la raccolta differenziata: questa attività non costituisce un risparmio economico per gli enti locali, nessuna riduzione dell’inquinamento ovvero appena il 5% nel mondo, mentre industrie di carbone, petrolio e gas rappresentano l’80% dell’inquinamento del pianeta terra.

Quindi ogni altro sforzo rappresentato dalla raccolta differenziata o altre piccole cose risulta invano è inutile e per di più dispendioso se la riduzione dell’inquinamento non avviene nella riduzione drastica del petrolio, gas e carbone: d’altronde queste materie prime costituiscono motivo di guerre da una vita.

Cinquemila persone al mondo muoiono per l’inquinamento dell’aria.

Rinunciare ai combustibili fossili

La svolta per la riduzione del consumo e produzione dei combustibili fossili non è assolutamente il nucleare, come ultimamente si sente parlare, ma vivere una vita economica e sociale a chilometro zero, dove si mangia e produce quello che serve alla nazione.

Tutto il resto non serve.

Più passano questi cruenti giorni più è chiaro come il sole: ci stiamo avviando (ci stanno avviando a noi comuni cittadini) verso un momento buio della nostra storia, proprio come negli anni Trenta, dove una profonda crisi finanziaria sconvolse il mondo intero e l’orrore della guerra sta arrivando anche a noi, in Italia.

La faccia della stessa bandiera?

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