Il contratto del 2018 ha segnato un punto di arresto ma occorrono investimenti aggiuntivi per il pieno recupero del potere d’acquisto e per equiparare gli stipendi europei

La spesa per il personale della scuola

Il primo dato che emerge dal Conto annuale è quello relativo all’andamento della spesa statale destinata al personale docente e ATA impegnato nelle scuole. Ebbene il grafico che segue mostra con evidenza come nel 2017 la spesa complessiva sia ancora ben lontana da quella impegnata nel 2008: era 46.492 milioni di euro nel 2008 mentre nel 2017 è stata di 42.302 milioni di euro.

Da allora si è avviata una lenta fase di recupero che però ancora non ha consentito di ripristinare quanto nel 2008 veniva destinato al personale della scuola, differenza che è di oltre 4 miliardi di euro dopo che il picco negativo è stato raggiunto nel 2012 (-6,7 miliardi).

In termini percentuali la differenza tra la spesa impegnata nel 2017 rispetto a quella del 2008 è -9%. Una differenza molto significativa conseguente alle drastiche misure assunte dai diversi governi in carica dal 2008 in poi nei confronti della scuola pubblica: blocco della contrattazione nazionale e degli scatti di carriera, taglio del salario accessorio e degli organici, ecc.

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Solo a partire dal 2013 alcune di queste misure sono state attenuate e in parte superate per cui le risorse per la scuola sono tornate ad aumentare anche se nel 2017 ancora si era lontani dai livelli di spesa del 2008.

L’andamento degli stipendi

La riduzione della spesa per il personale della scuola si riflette con evidenza sull’andamento degli stipendi di docenti e ATA. Il grafico seguente mostra come la media retributiva del comparto nel 2008 fosse pari a 29.280 euro mentre nel 2017 è di 28.440 euro, ovvero 840 euro in meno.

Il declino è stato continuo praticamente per tutto il periodo considerato e si è arrestato solo nel 2017 facendo registrare una timida inversione di tendenza, probabilmente conseguente al piano straordinario di immissioni in ruolo che ha consentito a molti lavoratori, prima precari, di vedersi stabilizzare ed adeguare lo stipendio.

La differenza retributiva in termini percentuali tra il 2008 e il 2017 è di -2,9%. A questa perdita va aggiunta quella in relazione all’inflazione (Ipca) che nel periodo considerato (2008-2017) è stata pari all’11,2%. In termini reali, pertanto, la perdita complessiva degli stipendi è stata molto più marcata perché alla riduzione dello stipendio del 2,9%, i cui valori nel grafico sono espressi a prezzi correnti, occorre aggiungere la perdita del potere d’acquisto in rapporto all’inflazione (11,2%).

Questa riduzione, che caratterizza il settore scuola, non è condivisa da tutto il pubblico impiego che anzi, in alcuni sui settori, come quello della Presidenza del Consiglio dei Ministri, fa registrare incrementi perfino superiori al 40%.

Tratto da
http://www.flcgil.it/scuola/declino-stipendi-scuola-2008-2017.flc

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