I dipendenti pubblici e statali possano scambiarsi tra loro, pur appartenendo a diversi settori e sedi di lavoro facendo domanda di mobilità compensativa nell’amministrazione in cui appartengono.
Normalmente, però, per effettuare una mobilità compensativa entrambi i dipendenti fanno richiesta alla rispettiva amministrazione notificando all’altra amministrazione l’intenzione di scambio per ricevere poi il nulla osta.
I vantaggi derivanti dalla mobilità nel pubblico impiego sono tanti così come sono varie le modalità di attivazione delle diverse procedure, capaci di adattarsi alle diverse esigenze dei dipendenti pubblici.
La mobilità porta dei benefici a chi decide di fruirne l’ importante però è scegliere di attivare la giusta procedura relativa alla propria situazione per essere certi di poter beneficiare delle giuste opportunità.
I sindacati in questo possono aiutare, come guide da indirizzamento per il calcolo della situazione lavorativa personale e consigliare anche quali siano gli enti a cui convenga fare domanda considerando anche, in base ai vari portali, quali siano i luoghi in cui in cui si potrebbero avere maggiori possibilità di accoglienza, tuttavia se ne può fare benissimo a meno in quanto proprio loro non hanno mai istituito un sito web come il nostro, gratuito, senza pagamento di tessera, per andare incontro alle esigenze dei dipendenti pubblici che vogliono avvicinarsi a casa.
In base alle relative valutazioni, la mobilità può presentarsi come una grande opportunità in grado di migliorare non solo la situazione lavorativa ma anche personale di alcuni lavoratori, che possono in questo modo avere anche un migliore stile di vita, produrre di più, sentirsi più a proprio agio.
Il dipendente pubblico che abbia l’esigenza di cambiare il proprio luogo di lavoro e sia alla ricerca di un cambio compensativo può visualizzare gli annunci disponibili che vengono aggiornati e pubblicati periodicamente con tutte le richieste dei lavoratori o procedere all’inserimento di un annuncio comunicando cosa si sta cercando, il luogo di destinazione e la volontà di effettuare lo scambio.
Questo tipo di procedimento è in grado di fornire vantaggi ad entrambe le parti, al lavoratore, da un lato, può consentire di spostarsi per avvicinarsi ai propri affetti e alle aziende, dall’altro lato, consente di arruolare personale già dipendente senza il bisogno di creare un concorso pubblico ex novo.
In ottica prevalentemente aziendale, tuttavia, ci sono casi di problematiche insorte conseguentemente al passaggio di lavoratori che erano da loro stati formati in relazione ad un know-how specifico. In questi casi l’ente pubblico è restio a concedere la mobilità e il lavoratore rischia di vedersi privata questa opportunità.
Basta solo capire di cosa si abbia bisogno, procedere con una richiesta e la mobilità può davvero presentarsi come un’opportunità per migliorare la propria vita.
Solitamente le amministrazioni comunali sono dotate di modelli predisposti su cui basarsi per chiedere la mobilità ma per gli altri enti in realtà non esiste una documentazione predisposta e non tutte le aziende sanitarie e amministrazioni pubbliche e enti economici li hanno.
La fascia economica
Quando si vuole procedere con l’interscambio nel pubblico impiego, il dipendente statale appartenente ad una fascia economica D3 (profilo giuridico) per esempio, non potrà vedere annullata la propria fascia economica di partenza dopo il trasferimento nella nuova azienda, né potrà subire modificazioni.
Per quanto concerne il personale infermieristico l’art. 52 del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro dell’area comparto stabilisce allo scopo di procedere nel modo più trasparente possibile che la mobilità volontaria deve avvenire nel rispetto dei profili professionali ed è infatti consentita a tutti coloro che siano in possesso dei requisiti richiesti dal bando e non necessita del consenso dell’ente di appartenenza, che anche qui interverrà nel solo momento di finalizzazione del processo.
Il passaggio avviene in questo caso per base volontaria e non implica la creazione di nuovi posti di lavoro ma solo una ridistribuzione di forze lavorative nel servizio sanitario nazionale, essendo l’accesso consentito prevalentemente a personale che abbia stipulato un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Saranno le aziende che dispongono i bandi in base ai loro fabbisogni a determinare i posti disponibili per il trasferimento.
Come procedere con il cambio compensativo
Analizzando un profilo pratico, è possibile dire che tale tipo di procedura prevede una serie di step:
- in primo luogo, bisogna individuare le persone interessate all’interscambio appartenenti allo stesso profilo.
- in secondo luogo, entrambi i soggetti richiedenti devono contemporaneamente presentare domanda di richiesta alle rispettive PA con apposita lettera. In quest’ultima i lavoratori devono dichiarare di essere a conoscenza che anche l’altro abbia proceduto alla spedizione di una lettera speculare e si inserisce in cc il proprio ente.
- In terzo luogo, si procede poi al sostenimento di un eventuale ulteriore step che può prevedere un colloquio con l’ente presso il quale ci si vuole trasferire. Possono essere chiamati a rilasciare un colloquio entrambi o uno solo dei lavoratori coinvolti, che dovranno sperare di aver fatto una buona impressione, in modo da ottenere il via libera dell’ente per cui lavorano. Di solito questo penultimo passaggio viene utilizzato per verificare che l’impiegato sia in grado di svolgere quanto richiesto.
- in ultimo, la procedura può intendersi conclusa solo nel momento in cui l’amministrazione di provenienza acconsenta all’interscambio, elemento proprio senza il quale l’intero procedimento si blocca.