Come funziona il lavoro a chiamata intermittente?

Il datore di lavoro può assumere un dipendente per pochi giorni, per esempio nei fine settimana. Il dipendente ha il diritto di godere dello stesso trattamento economico e previdenziale di quello assunto in modo ordinario come la retribuzione, i contributi e le ferie.

Quando si può stipulare?

Il contratto si può stipulare con lavoratori di età inferiore ai 24 anni o superiore ai 55 anni oppure in tutte quelle ipotesi contemplate dai contratti collettivi di lavoro stipulati con i sindacati.

Limiti del contratto di lavoro ad intermittenza

Il contratto può essere a tempo o indeterminato. Non si può usare per più di 400 giorni di lavoro nell’arco di tre anni. Nel caso in cui questo limite viene superato il rapporto di lavoro da intermittente diventa a tempo indeterminato. Tale limite non sussiste per le imprese che operano nel settore del turismo, nei pubblici servizi e nello spettacolo.

Il contratto a chiamata non si può usare per sostituire lavoratori in sciopero o un unità produttive che nei 6 mesi precedenti abbiano licenziato più lavoratori o applicato la cassa integrazione per dipendenti con le stesse mansioni per cui si userebbe il lavoro intermittente.
Prima dell’inizio della prestazione, il datore di lavoro dovrà comunicare la durata via sms o mail o attraverso un portale ad hoc alla direzione territoriale del lavoro. Una volta l’anno si dovrà rendicontare l’uso al sindacato.

Il contratto a chiamata e la disponibilità

Il contratto a chiamata può essere di due tipi: con o senza disponibilità garantita dal lavoratore. Se la disponibilità del dipendente prevede che il lavoratore debba essere a disposizione del datore di lavoro in qualsiasi momento salvo un minimo di preavviso di un giorno lavorativo, il lavoratore avrà diritto a un’indennità aggiuntiva pari ad almeno i 20% della retribuzione prevista quando è a disposizione.

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